vantaggi e svantaggi
Svantaggi
Complessità
Le prime automazioni industriali erano (e in parte sono tuttora) estremamente complesse da programmare e gestire. Esse, che si tratti di automi come robot antropomorfi o di macchine a controllo numerico, richiedono nella maggior parte dei casi l’intervento di uno specialista nella programmazione. Queste necessità di intervento esterno si traducono in maggiori costi di gestione (sia per l’intervento specialistico, sia per il fermo macchina necessario alla riprogrammazione).
Rigidità
Le automazioni industriali tradizionali risultano spesso rigide che, come ricordiamo, è una delle categorie in cui possono essere classificate in base alla tipologia di funzionamento. Rientrano in questa casistica macchinari destinati all’assemblaggio, a processi altamente ripetitivi, ad alto ritmo. Questo tipo di automazioni è perfetta per essere applicata su processi che non richiedono variabilità o non sono posti di fronte ad un elevato numero di codici prodotto e referenze. La macchina in questione viene quindi applicata su un limitato numero di processi e sconta la sua scarsa versatilità se lo scenario economico richiede un repentino adattamento produttivo.
Costo sociale
Le prime automazioni, pensate per sostituire totalmente l’uomo e dare risposta a obiettivi di crescita economica e produttiva, hanno finito per creare un elevato costo sociale in termini di erosione del tasso occupazionale.
VANTAGGI
Crescita economica
È indubbio che l’automazione abbia impresso una grande accelerazione ai processi di crescita economica delle imprese e dei sistemi economici in senso lato. Il consumo di massa ha corso in parallelo con l’automazione, poiché quest’ultima da drasticamente ridotto i costi di produzione rendendo molti beni disponibili al consumo su larga scala.
Ergonomia
L’applicazione di sistemi automatizzati ai processi produttivi ha portato a un miglioramento nelle condizioni di lavoro degli addetti. Molte attività insalubri, gravose, potenzialmente pericolose (pensiamo ai cicli di verniciatura, saldatura, assemblaggio) sono stati automatizzati e questo ha consentito di mallevare gli operatori da task che minavano la loro salute.
Occupazione
L’automazione – lo dimostrano la maggior parte dei report economici – ha finito per creare un numero di posti di lavoro maggiore di quelli che ha eroso nei suoi primi anni di vita. Al pari del computer, l’automazione ha riscritto le regole del gioco: intorno ad essa (e grazie ad essa) sono nati nuovi posti di lavoro e posizioni. Pensiamo soltanto a chi costruisce automazioni, chi le programma, installa, customizza. Ma pensiamo anche all’aumento di produttività che queste hanno generato rendendo necessarie nuove assunzioni. Il saldo occupazionale legato all’automazione è ampiamente positivo. Se è vero che il processo automatizzato nasce per ridurre l’intervento umano in determinate fasi produttive, particolarmente alienanti o pericolose, lo è anche il fatto che la componente umana non sparisce, viene bensì riqualificata con mansioni di controllo attivo, monitoraggio e manutenzione sul macchinario.
Flessibilità
Questo vantaggio non è in apparente contraddizione con quanto enunciato poco sopra. Semplicemente l’automazione si è evoluta al passo con lo scenario di mercato, che ora si basa su un paradigma produttivo variabile, altamente customizzato e che quindi necessita di nuove forme di robotizzazione.
Così sono nati, appena 13 anni fa nel 2008, i robot collaborativi, forme di robotica leggera, flessibile, facilmente programmabile, semplice da utilizzare e porre in servizio. Così sono nati gli AGV e gli AMR, forme di robotica mobile che ora alimentano i flussi intralogistici all’interno di molte aziende in tutte il mondo. Queste forme di automazione hanno permesso a moltissime imprese di crescere ed efficientare i processi senza sostenere spese ingenti e preservando occupazione e salute dei propri addetti.