La versatilità dei robot collaborativi Universal Robots trova un’altra importante conferma nell’automazione sviluppata dall’Università Tecnologica di Graz in Austria.
I cobot UR sono infatti protagonisti di un’applicazione, sviluppata dai ricercatori dell’ateneo austriaco in collaborazione con partner industriali, che automatizza le operazioni di ricarica delle vetture elettriche.
Grazie ad un sofisticato sistema di visione, il braccio robotico collaborativo riconosce le prese di corrente dei veicoli permettendone la ricarica sia in condizioni di luce naturale che artificiale e persino se il veicolo non è parcheggiato correttamente.
Tutta l’operazione è automatica e non richiede l’intervento del guidatore.
I COBOT, STRUMENTI PERFETTI ANCHE FUORI DALLA FABBRICA
L’applicazione dell’Università di Graz, che intende velocizzare e automatizzare le operazioni di ricarica, rispondendo ad un mercato (quello delle auto elettriche) costantemente in crescita, è un esempio di alcune delle migliori caratteristiche dei collaborativi UR. Vediamo quali.
Sicurezza, il primo pilastro della collaboratività
Il robot collaborativo di Universal Robots applicato nella stazione di ricarica, è integrato in un sistema automatico presente in uno spazio pubblico.
Solo rispettando elevatissimi standard di sicurezza (come quelli garantiti dalle 17 safety native della nuova e-Series) è stato possibile sviluppare una soluzione di questo tipo, senza ricorrere a barriere di protezione.
L’80% dei cobot UR installati nel mondo opera – previa analisi del rischio – senza barriere di protezione intorno.
La sicurezza – che garantisce all’operatore di lavorare fianco a fianco al robot condividendone gli spazi – è il primo pilastro su cui UR fonda il suo concetto di robotica collaborativa.
Versatilità, la possibilità di operare in molti ambiti diversi
L’applicazione – pur avendo visto partner industriali contribuire al lavoro dei ricercatori dell’Università di Graz – è molto lontana dall’ambito industriale e manifatturiero in cui siamo ormai abituati a vedere in azione i robot collaborativi.
Si tratta di un’applicazione di servizio, in cui un UR10 (il “colosso” di casa UR, 10 kg di payload, 1300 mm di sbraccio per meno di 30 kg di peso) mette in luce tutte le sue potenzialità.
L’applicazione dei robot collaborativi nei settori della scienza e della ricerca accademica è uno dei più interessanti in questo momento.
La semplicità di programmazione e integrazione dei robot UR, le loro dimensioni contenute e la misure di sicurezza native, li rendono strumenti perfettamente applicabili anche in laboratorio o in contesti non industriali.
Quest’estate, ad esempio, un cobot UR5, è stato installato presso lo stand turco della Biennale di Architettura di Venezia, operando a stretto contatto con gli studenti in visita al padiglione in un’applicazione di soffiatura e modellazione della sabbia.
Integrazione e flessibilità per automatizzare praticamente ogni operazione
Il braccio robotico UR della stazione di ricarica è guidato da un sofisticato sistema di visione che gli permette di svolgere il suo compito anche in condizioni altamente variabili (come diverse posizioni del veicolo o luce cangiante).
I cobot Universal Robots si dimostrano quindi altamente flessibili, essendo in grado di rispondere a casistiche applicative mutevoli.
Offrono inoltre la possibilità di essere interfacciati con molti end effector e accessori diversi, automatizzando una notevole quantità di operazioni.
Un ampio ventaglio di soluzioni d’integrazione viene dalla piattaforma UR+, la vetrina online che contiene al suo interno ormai 100 soluzioni plug&play compatibili e perfettamente integrate con i cobot UR.
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