AUTOMAZIONE, SI MA QUALE? E CHE IMPATTO HA SULL'AZIENDA?
ALCUNI ESEMPI APPLICATIVI DELL'IMPULSO CHE LA ROBOTICA COLLABORATIVA PUò FORNIRE.
Quando un’azienda intraprende un percorso di automazione si scontra preliminarmente con una serie di difficoltà e si trova a rispondere a quesiti molto complessi.
Quale automazione? Per quale applicazione? Dispongo delle competenze interne per programmarla e renderla operativa? Quanto inciderà sul mio budget? Dopo quanto tempo potrò ammortare l’investimento? Ma soprattutto: se la mia linea di produzione cambia (per stagionalità o per cambi di mercato repentini) che ne sarà del mio investimento?
Questo è l’approccio sacrosanto che le imprese adottano, ma che rischia di essere parziale se si considera soltanto un tipo di automazione. La robotica collaborativa ha infatti alcune qualità che la distinguono nettamente dall’automazione di tipo tradizionale e che possono rispondere con maggiore efficacia ad (alcune) delle esigenze delle imprese.
Ad esempio, le preoccupazioni circa la flessibilità dello strumento e la sua durata nel tempo (che accompagnano gran parte delle soluzioni di robotica industriale tradizionali) vengono meno quando si sceglie la robotica collaborativa.
Oppure i timori circa il ritorno d’investimento. I cobot UR offrono infatti in media un ROI di 6/12 mesi e per alcuni motivi specifici.
- Minor costo iniziale (dai 20mila ai 40mila euro in media).
- Minori costi di programmazione (a volte ridotti a zero in caso di imprese che effettuano il deployment autonomamente).
- Minori costi infrastrutturali (perché non necessitano, previa analisi del rischio e in oltre l’80% dei casi) di barriere di protezione e recinzioni.
- Semplicità e immediatezza nel destinare il robot a compiti diversi da quello iniziale.
Il tutto associato a un immediato incremento di produttività nelle applicazioni in cui vengono inseriti.
L'IMPATTO DEI COBOT SULLE IMPRESE
Questo è l’impatto che i cobot possono avere sulle attività delle imprese. Ma che deve essere accompagnato da un ripensamento del ciclo produttivo. Il cobot dà il suo meglio accanto all’uomo in totale condivisione di spazio o in sostituzione di esso su porzioni di task, o in collaborazione, ma su compiti diversi. È quindi necessario, per sfruttare al meglio il vantaggio apportato dai cobot, individuare le attività su cui applicarlo e definire con chiarezza quali compiti affidargli, per ridefinire il ruolo dell’operatore mallevato da compiti ripetitivi, faticosi, scarsamente ergonomici.
In soldoni però quale è l’apporto vero che un cobot può fornire ad un’impresa?
L’incremento di produttività e il miglioramento dell’ergonomia.
I cobot hanno dimostrato di poter aumentare in doppia cifra la produttività delle imprese.
Qualche esempio?
Continental, fra leader dell’automotive, ha impiegato i cobot UR per eseguire le operazioni di gestione e validazione dei circuiti stampati e dei componenti nel corso del processo produttivo, un’operazione monotona e ripetitiva che allo stesso tempo richiede precisione e delicatezza. L’azienda ha riscontrato una riduzione del 50% del tempo necessario alle operazioni.
Drilling ha integrato un cobot UR5 nel suo centro di lavoro per automatizzare alcune lavorazioni meccaniche legate alla foratura di componenti metallici. L’apporto di produttività ed efficienza del cobot ha ridotto il periodo di ammortamento del cobot ad appena 12 mesi.
Mann+Hummel, filiale spagnola della multinazionale tedesca, ha implementato i cobot UR in 3 diverse applicazioni, saldatura, machine tending e movimentazione, incrementando produttività delle diverse fasi di produzione.
FME, azienda svizzera che produce particolari meccanici di precisione per l’industria medicale, ha implementato i cobot Ur nella sua produzione – estremamente flessibile, con lotti che spaziano dai 50 ai 10.000 pezzi – riscontrando un aumento di produttività tale da dover incrementare il personale assunto.
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