Quando l’epidemia da COVID-19 iniziò la sua diffusione negli Stati Uniti, Hurco North America (un fornitore di macchine utensili con sede in Indiana) lanciò una sfida ai propri dipendenti: adattare una macchina utensile ad un sistema per realizzare maschere N95. I dipendenti hanno sviluppato un’applicazione basata su un cobot UR5 integrato con ProFeeder per creare uno stampo riscaldato per modellare la maschera. L'UR5 carica una pila di quattro strati, due strati esterni di polimero e due strati di filtro in fibra filata, che vengono assemblati in una maschera attraverso un ciclo di cinque minuti che comprende stampaggio, saldatura e taglio. Grazie al sistema collaborativo, Hurco è stata in grado di produrre maschere per tutti i suoi dipendenti e distribuirne anche ai propri clienti e distributori.
Peter Zelinski, caporedattore di Modern Machine Shop ha visitato la struttura di Hurco in Indiana per saperne di più ...
Revtech Systems, un system integrator certificato Universal Robots del Quebec, in Canada, ha lanciato una sfida interna che ha visto gruppi di 3-4 dipendenti unire le proprie forze per progettare uno schermo facciale che potesse essere prodotto in grandi quantità e velocemente. Una volta scelto il progetto finale, il team ha rapidamente creato una cella con un operatore e due cobot UR10.
Il processo inizia quando uno dei cobot afferra un foglio di plastica e lo posiziona su una stazione. Il secondo cobot raccoglie quindi un pezzo di schiuma fissato con colla su un supporto di cartone e lo posiziona sul foglio di plastica. Lo stesso cobot prende quindi un pezzo elastico lo posiziona sulla parte in schiuma e un meccanismo pneumatico graffa l'elastico su cartone e plastica. Quindi il primo cobot prende il foglio di plastica e lo sposta sulla stazione successiva per essere pinzato e infine posiziona lo scudo facciale completo in una scatola.
Nel giro di sole quattro settimane, la cella robotica produceva oltre 700 incredibili schermi facciali al giorno!
Guarda come Revtech ha messo insieme un team composto da due cobot UR e un operatore umano per produrre> 700 visiere al giorno.
Nel frattempo, Hannafin Automation and Industrial Controls, un system integrator canadese, ha sviluppato un processo di stampa 3D automatizzato che utilizza un cobot UR (soprannominato "BOB"), una pinza a 2 dita di Robotiq, un sistema di visione di Cognex e due stampanti Dremel DigiLab 3D per la produzione di schermi facciali da utilizzare nella lotta contro COVID-19.
BOB gestisce l'intero processo di stampa in modo autonomo, dall’avvio della stampante 3D tramite azionamento del touchscreen, al controllo dello stato delle stampe con la sua fotocamera, al sollevamento del prodotto finito e al suo deposito in un cestino. Capace di funzionare 24 ore su 24, 7 giorni su 7, il sistema è in grado di produrre 50 schermi facciali al giorno e la compagnia ha donato l'equipaggiamento a polizia, vigili del fuoco e paramedici.
Guarda "Bob" in azione con le stampanti 3D
Gamber-Johnson, un fornitore di soluzioni di montaggio per sistemi di comunicazione mobile, computer e altre apparecchiature elettroniche con sede nel Wisconsin, Stati Uniti, ha stretto una collaborazione con partner locali per creare una struttura temporanea per la produzione di schermi facciali. Al centro della struttura c’è un cobot UR5, che viene utilizzato per tagliare i fogli di plastica per gli schermi facciali. Gamber-Johnson e soci hanno raccolto fondi in crowdsourcing e raccogliendo migliaia di dollari per produrre scudi facciali da donare agli ospedali locali.
Un cobot UR5 usato per creare scudi facciali dal team di Gamber-Johnson. Credit: Gamber-Johnson
EinsRobotics, un distributore UR con sede a Monterrey, in Messico, sta usando un UR5 per asservire due stampanti 3D, producendo oltre 40 schermi facciali al giorno. EinsRobotics sta donando gli scudi facciali alle istituzioni sanitarie pubbliche e private della regione.
EinsRobotics è ora in grado di eseguire la produzione di schermi facciali 24/7
Ma c’è di più!
Di fronte a un forte aumento della domanda di componenti per sistemi di ventilazione polmonare, un produttore della Pennsylvania ha dovuto accelerare rapidamente la produzione. Per soddisfare questa crescente domanda, il team di UR ha rapidamente creato un UR5e equipaggiato con una fotocamera da polso certificata UR+ e la pinza Hand-E di Robotiq, e ora lo utilizza per scaricare i pezzi finiti da un tornio svizzero Tsugami in un vassoio di plastica che viene spedito per post-elaborazione.
Con l'aiuto di UR5e, la produzione di componenti del ventilatore polmonare è stata accelerata rapidamente.
In Cina, i ricercatori dell'Università di Tsinghua hanno creato un sistema medicale basato su un cobot mobile che esegue ultrasuoni, tamponi orali, controlli di temperatura e può utilizzare uno stetoscopio. Il sistema, che incorpora un UR5 su ruote, può essere controllato a distanza, proteggendo medici e infermieri dal contatto diretto con i pazienti COVID-19. Dopo essere stato processato dai medici negli ospedali di Pechino, il sistema straordinariamente versatile è stato ora implementato presso il Wuhan Union Hospital.
Il sistema medicale con cobot è progettato per ridurre il carico di lavoro e i rischi per gli operatori sanitari in prima linea.
Un caffè collaborativo
Quando COVID-19 ha raggiunto Portland, negli Stati Uniti, la clientela nella famosa caffetteria In J Coffee è diminuita del 50%. Il proprietario Joe Yang ha capito che i clienti erano preoccupati per il contatto umano e la diffusione virale, quindi ha deciso di costruire un barista cobot. Il risultato finale è un sistema completamente automatizzato e senza contatto. Soprannominato "Jarvis", il cobot è in grado di preparare caffè, schiumare e persino versare latte eseguendo disegni sulla superficie del caffè.
Il robot-barista Jarvis aziona una macchina per caffè espresso, La Marzocco GS3 e la macinatrice Swift presso In Joy Coffee a Portland, USA. (Credit: In Jay Coffee tramite Daily Coffee News)