I COBOT FAVORISCONO PROCESSI DI RESHORING
La sfida della competitività ha spinto le imprese a delocalizzare le attività produttive verso Paesi che garantivano un costo del lavoro più vantaggioso. Una pratica di lungo corso che è stata accentuata negli ultimi anni dalla crisi economica internazionale.
Oggi, però, quei vantaggi sperimentati dalle imprese che delocalizzavano si stanno erodendo: il costo del lavoro sta crescendo anche in quei paesi (Cina in testa) che garantivano uno scenario più conveniente. È quindi naturale che le aziende, a partire da quelle manifatturiere, cerchino nel proprio Paese di origine la soluzione per produrre in maniera efficiente.
L’ automazione e la robotica collaborativa possono essere dei validi supporti in questo processo e nel aumentare produttività e competitività delle aziende? Pare proprio di sì.
TRELLEBORG, QUANDO IL COBOT GENERA COMPETITIVITA’
Trelleborg Sealing Solutions, realtà danese che opera nel settore dei materiali plastici e polimerici, ha cercato per lungo tempo un metodo efficiente per ottimizzare la produzione, che fosse applicabile su ordini di qualsiasi entità, dalla singola unità a diversi milioni di pezzi.
Le sfide per Trelleborg includevano il contenimento dei prezzi, una maggiore qualità e tempi di consegna più veloci. Inoltre, in seguito ad un ingente modernizzazione dei propri macchinari, l’azienda scontava un problema di ingombri nel proprio sito produttivo. Le nuove macchine CNC, infatti, occupavano molto più spazio delle vecchie e, automatizzare le operazioni con soluzioni robotiche tradizionali che necessitano di barriere e recinzioni, era impossibile data l’inattuabilità di un’espansione dello stabilimento.
La soluzione è stata trovata installando, nell’arco di 2 anni, 42 bracci robotizzati UR che - forti di un ingombro considerevolmente più ridotto rispetto a soluzioni robotiche tradizionali - hanno incrementato la produttività e competitività dell’azienda, consentendole di produrre a prezzi molto più bassi di prima e senza alterare il layout produttivo.
L’ottimizzazione del processo – che ha portato ogni singolo operatore a essere in grado di gestire fino a 8 macchine CNC per volta, contro le 3 del periodo precedente l’ingresso dei cobot in fabbrica – ha generato una maggior produttività. La capacità di far fronte a ordini più consistenti, hanno spinto l’azienda ad assumere altre 50 persone, trattenendo la produzione e i posti di lavoro in Danimarca.
RSS, DI NUOVO COMPETITIVA GRAZIE AI ROBOT COLLABORATIVI
Il caso di RSS, azienda californiana, fornisce un altro esempio calzante della capacità della robotica collaborativa di supportare le aziende e renderle competitive nel proprio Paese, avviando il processo di reshoring. L'amministratore delegato Geoff Escalette ha infatti spiegato che «l'intera premessa su cui si basava il piano di sviluppo di RSS era riportare la produzione negli USA. Il nostro nuovo robot collaborativo si è dimostrato particolarmente adatto a perseguire questo piano generale».
Di fronte alla necessità di soddisfare un nuovo ordine mensile per la produzione di 700 valvole, RSS ha integrato un UR5 di Universal Robots, un robot collaborativo idoneo alle operazioni di asservimento macchine.
Come ha spiegato ancora Escalette, la macchina CNC di cui dispone RSS «può normalmente fare 400 valvole al mese su due turni. Saremmo stati costretti a comprare un'altra macchina anche se avessimo istituito un terzo turno. Con il run-rate più alto garantito da UR5, niente di tutto ciò è stato necessario, siamo rientrati negli States e abbiamo potuto soddisfare l’ordine».
La nuova soluzione robotica ha quindi fornito a RSS maggiore flessibilità e produttività. Inoltre, le funzioni di sicurezza integrate nel braccio robotico collaborativo, hanno consentito di risparmiare i costi aggiuntivi necessari per l’installazione di recinzioni e barriere, realizzando un ulteriore vantaggio per l’azienda californiana.
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