La scelta di intraprendere un percorso di automazione all’interno della propria impresa è sempre figlia di molte considerazioni. Da una parte infatti è necessario prendere in considerazione fattori quali il costo della soluzione robotica, lo spazio a disposizione, la natura stessa delle operazioni da automatizzare. Infine il tipo di produzione e di pressioni a cui è soggetta l’azienda. Molte piccole aziende, che operano come subfornitrici dei diversi settori industriali, sono assoggettate ad un regime di variabilità, stagionale e di prodotto, che scoraggia l’adozione di strumenti robotici eccessivamente rigidi e non in grado di assecondare i cambiamenti di scenario.
A queste aziende è preclusa la strada dell’automazione? No, per fortuna.
I robot collaborativi sono nati proprio in risposta a questo tipo di casistica. Sono strumenti agili e versatili che possono essere rapidamente riconfigurati e dislocati laddove ve ne sia effettivo bisogno. Non congelano l’investimento aziendale nella gestione di un solo prodotto – che potrebbe variare o uscire di produzione sulla spinta del mercato – ma anzi possono agevolmente adattarsi ai cambiamenti, interni ed esterni all’azienda.
Se il fattore limitante è la capacità di spesa – che può essere molto elevata per una soluzione robotica tradizionale – i cobot offrono un ROI fra i più rapidi del mercato. In media una soluzione robotica collaborativa Universal Robots è ammortizzabile – in virtù della maggiore produttività che assicura – in 6/12 mesi, a seconda della complessità dell’applicazione sviluppata e dell’attività svolta.
Infine – dato da non trascurare – le dimensioni contenute e la possibilità di operare in sicurezza e senza recinzioni nei pressi degli addetti (grazie alle 17 safety nativamente integrate) rendono i cobot una soluzione praticabile anche per quelle piccole e medie aziende che non dispongono di molto spazio all’interno del layout.
I cobot UR sono integrabili ovunque, anche grazie all’alimentazione a 220 V che permette di installarli in ogni area dello stabilimento, rendendo inoltre il consumo elettrico – e le relative spese – estremamente contenuti.
TROPPO PICCOLI PER LA ROBOTICA?
Stante queste caratteristiche specifiche dei robot collaborativi, possiamo quindi dire che si tratta di una soluzione più che adatta alle piccole e medie imprese, perché in grado di rientrare nei piani finanziari e produttivi dell’azienda stessa e perché capaci di trainarne la crescita (creando nuovi posti di lavoro).
Spesso le piccole e medie imprese sono sottoposte a elevata concorrenza e devono assicurarsi di produrre in maniera più efficiente, riducendo i tempi ciclo, gli sprechi, aumentando la qualità e tutto per rimanere stabilmente nel mercato.
I cobot si rivelano una scelta vincente anche per rispondere a carenze di manodopera o all’elevato turnover che caratterizza alcune figure (e attività) in particolare. Integrare un cobot in operazioni routinarie e gravose, ripetitive e scarsamente ergonomiche, permette alle imprese di razionalizzare l’impiego della manodopera, destinandola a mansioni di valore aggiunto più elevato.
Lo scoglio principale da superare rimane di carattere culturale. Installare un cobot aspettandosi performance da robot tradizionale (in termini di payload e velocità) è fuorviante. Il cobot deve essere inteso come uno strumento intelligente attorno a cui ripensare la produzione. Tutta la produzione. Le aziende che maggiormente hanno tratto profitto dalla robotica collaborativa – piccole o grandi che fossero – hanno infatti iniziato a ripensare i processi dalla parte del robot collaborativo. Una volta sperimentati i vantaggi espliciti su una particolare linea, si sono chieste quali ulteriori vantaggi avrebbero potuto toccare con mano ridisegnando altri processi, dal principio, attorno al robot.
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