Ospitiamo l'intervento di Oliviero Casale, General Manager di UniProfessioni e coordinatore World Industry 5.0 Forum di Confassociazioni, e della professoressa Paola Rinaldi, Assistant Professor presso il Department of Electrical, Electronic and Information Engineering “G. Marconi” dell'Alma Mater Studiorum Università di Bologna.
“A livello europeo ci si confronta sull’importanza di perseguire un modello di produzione che rafforzi sempre più il ruolo e il contributo dell'industria alla società superando una errata visione dell'industria che punti principalmente all'efficienza e alla produttività. Mettere il benessere del lavoratore al centro del processo produttivo e utilizzare le nuove tecnologie per fornire prosperità al di là della crescita, nel rispetto dei limiti produttivi del pianeta è l’obiettivo da raggiungere per generare valore sostenibile. Ciò sarà possibile rafforzando e completando il modello produttivo "Industria 4.0", che già sta generando un cambiamento fondamentale nel modo di produrre delle imprese, ossia mettendo la ricerca e l'innovazione al servizio della transizione verso un'industria sostenibile, incentrata sull'uomo e resiliente”.
Questi concetti sono stati rappresentati nella Prassi di Riferimento “Impresa 4.0: Linee guida per la gestione dell’Innovazione nelle PMI e Reti di Impresa” pubblicata dall’UNI a fine 2021, che ha come riferimento i principi e le definizioni della gestione dell’innovazione presenti nelle norme UNI EN ISO 56000 e UNI EN ISO 56002 e le tecnologie del paradigma 4.0.
Come precisato nella prassi, si tratta di temi affrontati dalla Commissione Europea che, nel documento “Industry 5.0 - Towards a sustainable, human-centric and resilient European”, ha appunto proposto un nuovo approccio industriale denominato Industry 5.0. In particolare, tale approccio contribuisce a tre delle priorità della Commissione Europea:
- “Un’economia al servizio delle persone”
- “Green Deal europeo”
- “L’Europa pronta per l’era digitale”.
Nel documento “Industry 5.0 - Towards a resilient and sustainable post pandemic recovery”, commissionato dalla Commissione Europea alla Task Force del CEPS (Center for European Policy Studies), viene riportato che il paradigma Industria 4.0, nato un decennio fa, non è stato completamente recepito dalle industrie europee e si è sviluppato principalmente come un framework per la trasformazione industriale guidata dalla tecnologia, considerando in maniera molto limitata gli aspetti di sostenibilità, resilienza e benessere dei lavoratori. Per questo motivo, la Task Force del CEPS ha concentrato la propria attenzione sull’emergente paradigma socio-economico per la trasformazione industriale Industry 5.0, fornendo anche alcune raccomandazioni generali relativamente all’aggiornamento della strategia industriale europea.
Sull’introduzione di Industry 5.0 nelle politiche degli stati europei appare decisamente condivisibile quanto riportato nel Working Paper No. 2/2022 dell’IKOM intitolato: “From „Industry 4.0“ to „Society 5.0“ and „Industry 5.0“: Value- and Mission-Oriented Policies. Technological and Social Innovations – Aspects of Systemic Transformation”. Nel documento si rileva infatti come, all'interno della visione di una sostenibilità competitiva, la Commissione Europea veda l'industria come protagonista e come base per la trasformazione sistemica e la rigenerazione planetaria. Poiché agli occhi della Direzione Generale Ricerca e Innovazione della UE il paradigma Industria 4.0 è strutturalmente allineato solo all'ottimizzazione dei modelli di business e dei processi produttivi con un focus tecnico sulla riduzione dei costi, questo paradigma non può essere alla base di un processo di trasformazione quale quello voluto. Una strategia industriale nuova e orientata al futuro dovrebbe necessariamente includere le caratteristiche rigenerative della nuova trasformazione industriale, ossia una dimensione intrinsecamente sociale e una dimensione ambientale obbligatoria.
Come riportato nel Policy Brief No. 3/2022 dell’ESIR “Industry 5.0: A Transformative Vision for Europe”, una strategia industriale a livello europeo incentrata sugli elementi costitutivi di Industria 5.0 libererebbe il potenziale industriale dell’Europa e premierebbe una condotta economica resiliente, sostenibile, rigenerativa e circolare, piuttosto che gli attuali modelli di sovrapproduzione e consumo a breve termine.
L’Industria 5.0 dovrà creare un quadro favorevole per lo sviluppo rapido e la diffusione dell’innovazione all’interno dell’industria e la costruzione della resilienza all’interno delle catene del valore. Approcci strategici e sistemici all’innovazione dovrebbero essere impiegati per consentire l’apprendimento e supportare la trasformazione deliberatamente adottata dalle imprese esistenti, piccole e grandi, nonché la progettazione di nuovi ecosistemi industriali e catene del valore, adottando principi di rigenerazione, circolarità e resilienza.
Inoltre, l'approccio Industry 5.0 implica mindset, abilità e capacità, dai dipendenti di livello base fino ai consigli di amministrazione, formati per comprendere la complessità, pensare in modo sistemico, utilizzando strumenti e metodologie compatibili con la complessità, principi di design, apprendimento esperienziale, cicli di azione e riflessione e iterazioni. Curiosità, adattabilità, empatia e responsabilità per l'interdipendenza e per i risultati a lungo termine dovranno diventare obiettivi fondamentali per la qualificazione e per l'occupazione.
Conclusioni
Il contesto nel quale un’impresa si troverà ad operare nel prossimo futuro non può non preoccupare chi ha (e, soprattutto, avrà) responsabilità di conduzione aziendale. Per i manager, per universale riconoscimento, l’innovazione sarà la parola d'ordine; ma è la gestione dell’innovazione a cui si deve tendere se si vuole conseguire il successo.
Saper delineare una rotta da seguire per affrontare il nuovo approccio Industry 5.0, coniugando le nuove tecnologie, l’innovazione organizzativa e di processo, la sostenibilità, la resilienza, il capitale umano, permetterà di generare valore sia per le imprese che per la società.
Le organizzazioni che adotteranno un approccio strutturato all'innovazione avranno sicuramente più successo di quelle che non lo faranno. A tale scopo, le imprese dovranno prendere come riferimento i principi e i concetti delle norme internazionali sull’Innovation Management della serie ISO 56000, una famiglia di standard di orientamento che affrontano molti aspetti della gestione dell'innovazione, inclusi processi di innovazione, partnership, intelligence strategica, gestione delle idee e proprietà intellettuale, valutazione e misurazione.
L'impresa è un sistema complesso. L'innovazione continua, gestita bene, un impegno che potrà impattare positivamente in termini di potenzialità e capacità di generare credibilità.
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