UOMO E COBOT, COME UNIRE IL MEGLIO DEI DUE MONDI?
L’ambito manifatturiero italiano si lascerà sfuggire un potenziale enorme se i produttori del nostro Paese continueranno a pensare che il lavoro dell’uomo e delle macchine sia da considerare l’uno separato e distinto dall’altro. Il futuro produttivo, anche in Italia, sarà più ricco e vincente se, invece, saremo in grado di immaginare e realizzare soluzioni in cui l'uomo lavora assieme alle macchine.
Umani contro macchine
Dall'inizio dell'industrializzazione gli esseri umani hanno spesso “funzionato” come fossero parti di macchine negli impianti di produzione, svolgendo lavori pesanti, alle volte debilitanti e spesso noiosi. Come robot, ma umani.
L'industrializzazione è stata misurata sempre in base a efficienza, coerenza, affidabilità e precisione – cioè con gli stessi parametri di una macchina che opera nei nostri impianti di produzione. Valutazioni che hanno determinato la causa del “conflitto” tra uomo e macchina: chi è il migliore, il più veloce, il più preciso, il più performante?
Il posto di lavoro del futuro in una società digitalizzata basata sulla conoscenza
Giù da tempo, però, la società è passata dall'industrializzazione dei grandi capannoni, alla digitalizzazione e alla conoscenza. Se da un lato è saggio per alcune aziende che producono prodotti uniformi, e in gran quantità, continuare ad operare seguendo le logiche della produttività, della resa e dell’efficienza, dall’altro tale modo di fare manifattura non è più sufficiente.
La domanda dei clienti si sta orientando verso prodotti e soluzioni personalizzate, e le richieste…cambiano spesso!
L’uomo operi assieme alle macchine
Gli impianti di produzione, in particolare quelli delle piccole e medie imprese del nostro Paese, devono essere flessibili e pronti all'adattamento, orientati alle piccole serie e alle diverse esigenze dei clienti.
Per riuscire in questo intento è necessario adeguare sia le strutture produttive sia il ruolo che le persone svolgono in produzione. Questo è il motivo per cui abbiamo bisogno di passare dall’idea che l’uomo sia un “competitor” delle macchine ad una in cui le persone operino con le macchine.
Già oggi, secondo l’esperienza che Universal Robots raccoglie ogni giorno sul campo, gli impianti di produzione efficienti sono quelli che utilizzano le persone e i robot assegnando loro le attività più adatte alle caratteristiche di ciascuno. Se, invece, pensiamo ancora alla dicotomia uomo-macchina incorriamo in due potenziali errori piuttosto gravi: limitiamo l'uso del capitale umano e perdiamo un enorme potenziale di crescita.
Un potenziale di crescita insoddisfatto
Un’obiezione molto sentita in questo periodo, e che tuttavia, si basa su un'ipotesi di curva di crescita piatta, è che i robot finiranno per sottrarre lavoro all'uomo. Tuttavia molte aziende che hanno fatto uso di robot hanno registrato una crescita del loro valore per diversi motivi. Da un lato l’aumento di qualità del prodotto e del processo ha indotto una crescita dell’azienda. Dall’altro persone e macchine sono state destinate a lavori diversi, magari prima nemmeno presi in considerazione. Il robot si prende così cura del lavoro monotono di routine mentre l’operatore si può dedicare ad altre attività a maggior valore aggiunto.
Uomo e robot: il team vincente
In effetti la tecnologia è ora così avanzata che è possibile far lavorare insieme persone e cobot. Finora, abbiamo visto solo la punta dell'iceberg delle innumerevoli opportunità che nascono dalla collaborazione tra persone e robot. Insieme, però, formano una squadra forte con un enorme potenziale per i produttori che scelgono di sfruttarne le capacità congiunte.
Guarda il video dell’applicazione presso Rupes
Guarda il video dell’applicazione presso Life Elettronica
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