Nonostante siano presenti sul mercato dell’automazione da oltre una dozzina d’anni, i cobot sono ancora – spesso, ma non sempre – considerati inadatti a operare in alcuni ambienti industriali Occorre quindi fare chiarezza sulle possibilità applicative che offrono, in termini di operatività settoriale e di task che sono in grado di automatizzare.
I cobot sono a tutti gli effetti robot industriali. Anche se le dimensioni sono contenute, il peso modesto, il costo e la semplicità di programmazione alla portata anche dell’azienda più piccola, i robot collaborativi possono operare in ogni tipo di ambiente produttivo applicati tanto a task “pesanti” quanto in operazioni che richiedono assoluta precisione e ripetibilità.
In questo post avevamo tempo fa richiamato le differenze principali tra robot collaborativi e robot tradizionali. Qui invece vogliamo proporre alcune utili chiavi di lettura per supportare le imprese nella scelta del più idoneo sistema di automazione per i propri bisogni.
RIGIDITÀ vs FLESSIBILITÀ
È questo il primo parametro in base al quale scegliere un robot industriale tradizionale o un robot collaborativo. Se i nostri cicli produttivi subiscono variazioni frequenti (in termini di stagionalità e di lunghezza dei lotti) allora è consigliabile dotarsi di un’automazione in grado di assecondare i cambiamenti con flessibilità, capace di operare su prodotti e linee diverse con semplici (e rapidi) passaggi di programmazione. Il cobot è la scelta giusta per un’azienda chiamata a elevati livelli di mass customization o che deve gestire su uno stesso impianto diverse linee di prodotto.
I cobot garantiscono la validità dell’investimento sostenuto proprio in virtù della possibilità di essere riprogrammati a piacere.
LAYOUT APERTO VS LAYOUT CHIUSO
Lo spazio a disposizione è un’altra variabile importante da considerare. Se il layout è saturo, e il task da automatizzare non richiede la movimentazione di componenti fuori della capacità del cobot (16 kg), allora la robotica collaborativa è la scelta giusta. I modelli Universal Robots offrono ingombri ridotti (circa 30 centimetri alla base) e pesi talmente contenuti da permetterne l’installazione anche a muro o a soffitto, per sfruttare sino all’ultimo angolino a disposizione. Il range di carico che possono manipolare varia dai 3 ai 16 kg con raggio d’azione che spazia dai 500 ai 1300 mm.
Le dimensioni “collaborative” permettono inoltre di automatizzare task anche nei pressi di altri macchinari. L’asservimento di centri di lavoro o macchine utensili è quanto mai semplificato dalla compattezza dei robot collaborativi.
Se inoltre l’applicazione richiede la compresenza dell’operatore, la scelta non può che cadere sui cobot. Le 17 safety native infatti rendono superflua (previa analisi del rischio da condursi sull’applicazione nel suo complesso) l’installazione di gabbie e recinzioni. Se anche lo spazio è un asset economico da preservare, allora è meglio scegliere un cobot piuttosto che un robot industriale tradizionale.
Questi sono solo alcuni spunti che devono essere presi in considerazione preliminarmente per effettuare una prima “scelta di campo”. L’analisi dell’automazione va poi affinata e applicata ad altri parametri ancora (natura dell’applicazione, del materiale lavorato, del ciclo produttivo, delle competenze in possesso dell’azienda).
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