L’elettronica sta rapidamente diventando il settore manifatturiero con il più alto tasso di robot impiegati. Attualmente assorbe circa il 40% di quelli prodotti.
Robotica, sì ma quale? Sempre più aziende dell’elettronica stanno ricorrendo alla robotica collaborativa per gli indubbi vantaggi che questa comporta in termini di efficienza, flessibilità, produttività e rapido ritorno dell’investimento. Anche all' interno delle aziende che hanno diffusamente automatizzato i propri processi, permane però un certo numero di attività eseguite manualmente che hanno un impatto non trascurabile su variabili come qualità e costo finale dei prodotti: la robotica collaborativa UR è in grado di automatizzare queste attività garantendo alti standard di produttività ed efficienza. Vediamo alcune delle possibili applicazioni.
QUALI APPLICAZIONI?
Un’operazione piuttosto comune nelle aziende del settore elettronico consiste nella necessità di manipolare circuiti stampati su più assi di movimento: una sfida ampiamente alla portata dei bracci robotici collaborativi a sei assi di Universal Robots. Un cobot UR è in grado di prelevare un circuito su scheda stampata da una linea di assemblaggio e inserirlo in un telaio. Questa operazione spesso richiede che l’inserimento avvenga con una certa angolazione, a cominciare da un’estremità, e poi prosegua con l’inserzione del resto del pezzo. L'attività richiede un esatto dosaggio della forza impiegata. I cobot, non solo sono in grado di eseguire con rapidità e precisione quest’operazione, grazie al sensore Forza/Coppia integrato sul sesto asse che previene danni alle parti manipolate, ma possono eseguire anche le operazioni complementari, come la posa del coperchio sul telaio e la sua avvitatura, chiudendo – di fatto – il ciclo produttivo del pezzo.
Quando poi le operazioni di manipolazione includono pezzi che è necessario preservare dalla contaminazione umana (come lenti particolarmente delicate) il robot collaborativo, dotato di appositi end effector e accessori, è la soluzione migliore.
Il test di qualità sul prodotto sono altrettanto comuni nel settore elettronico. I collaborativi UR offrono la ripetitività necessaria (0,03 millimetri) per eseguire queste operazioni con precisione, garantendo sempre risultati affidabili. Persino le operazioni di erogazione di colle tramite robot collaborativo consentono all’azienda di realizzare prodotti di maggiore qualità e avere un risparmio di materia prima: elementi che si traducono in produttività e redditività per l’impresa.
LE EMISSIONI ELETTROSTATICHE NON SONO PIU’ UN PROBLEMA
I cobot UR sono progettati e testati IEC 60001-6-4 per proteggere le altre apparecchiature dalle loro scariche elettrostatiche. Per quanto riguarda la protezione del robot dalle emissioni esterne, i bracci robotici sono progettati e testati per soddisfare i requisiti della IEC 61000-4-2. Sono apparecchiature sicure in grado di preservare l’integrità dei singoli pezzi manipolati contribuendo alla qualità del prodotto finale e alla produttività dell’impresa.
COLLABORATIVI CON TUTTI
I bracci robotici collaborativi di Universal Robots sono progettati per lavorare anche insieme agli operatori e ad altre macchine, compresi altri robot collaborativi. In una linea di assemblaggio i singoli cobot possono essere programmati per svolgere ciascuno una diversa funzione e sono riprogrammabili con facilità per rispondere alle mutate necessità produttive. Al tempo stesso i programmi relativi alle operazioni più frequenti possono essere salvati e lanciati in tempi brevissimi garantendo rapidi cambi di produzione.
L’automazione, tramite la robotica collaborativa UR, consente di sollevare gli operatori da attività routinarie che possono causare infortuni. È il caso di un’automazione piuttosto semplice, implementata da Scott Fetzer Electronical Group, che ha integrato un UR5 in un’operazione di tranciatura di cavi alla fine della linea di assemblaggio dei suoi pezzi elettronici. UR5 taglia 16mila cavi al giorno: una quantità non raggiungibile da un essere umano e che oltretutto è potenziale causa dello sviluppo della sindrome del tunnel carpale. Da quando Scott Fetzer ha integrato i cobot UR la sua produttività è aumentata del 20%. E i suoi operatori stanno meglio.
UNA RISPOSTA AI BISOGNI DEL SETTORE ELETTRONICO
La robotica collaborativa UR è in grado di risolvere alcune delle difficoltà che vengono più comunemente sperimentate dalle aziende alle prese con la scelta dell’automazione più adatta. Facciamo degli esempi.
La criticità più comune riguarda senza dubbio la mancanza di spazio. Gli ingombri ridottissimi dei cobot UR (il più grande, UR10, pesa meno di 30 kg e ha un ingombro alla base di appena 19 centimetri) permettono la loro integrazione ovunque, anche in layout ingombri.
Automatizzare in sicurezza è un must per le imprese. Questo significa dover circondare i robot di barriere di protettive? Non più, grazie ai cobot UR. L'80% dei collaborativi di Universal Robots nel mondo è installato senza barriere di protezione.
La scelta dell’automazione deve rispondere a criteri di redditività e ritorno dell’investimento. Per Universal Robots collaboratività significa offrire prodotti in grado di ripagarsi in breve tempo. Il record ad oggi è di appena 34 giorni.
La robotica collaborativa è in grado di dare una risposta concreta ed efficace a tutte queste problematiche, offrendo inoltre ai produttori una vasta casistica applicativa. Le attività che i cobot sono in grado di automatizzare sono molteplici, come regolare, montare e serrare elementi su schede PCB, manipolare in sicurezza parti delicate e fragili, erogare resina ipossidica su circuiti stampati. I cobot di Universal Robots sono in grado di essere applicati in tutte le fasi della produzione elettronica, dalla progettazione, all’assemblaggio, dall’installazione al collaudo.
La loro flessibilità e facilità di integrazione è inoltre garanzia di tempi rapidi di implementazione e risponde ad un’altra esigenza comune nelle aziende del settore elettronico: cambiare con rapidità le linee produttive senza fermi di produzione. Un braccio collaborativo UR ha un tempo medio di entrata in funzione di un’ora, dalla scatola al primo task programmato.
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