Le esigenze di automazione dell’industria alimentare sono molte e distribuite lungo tutto il processo di produzione del bene. Dalla manipolazione della materia prima, al suo inscatolamento, dal controllo qualità all’etichettatura. All’automazione impiegata viene richiesto, in ogni fase del processo, il rispetto di rigidi standard di sicurezza per cui sono previste certificazioni apposite. I cobot si sono ritagliati, nel corso di questi ultimi anni, un ruolo di primo piano all’interno di questa industry, assolvendo diversi compiti e garantendo un elevato livello di flessibilità.
In particolare i vantaggi specifici dell’automazione collaborativa sono riscontrabili con maggiore chiarezza nella fase finale del processo, in due applicazioni: la movimentazione dei prodotti e il loro inscatolamento, ambiti in cui i cobot esplicano al meglio le proprie caratteristiche di flessibilità e rapidità di entrata in esercizio. Grazie a queste caratteristiche, infatti, i robot collaborativi applicati nel fine linea garantiscono alle aziende di poter gestire con agilità un’alta varietà di prodotto, con tempi di riattrezzaggio ridotti.
I cobot garantiscono anche un aumento del livello di ergonomia delle operazioni. Grazie alla loro implementazione le parti meno agevoli, e più fisicamente impattanti dei processi produttivi, vengono gestite con l’automazione, destinando gli operatori a operazioni a più elevato valore aggiunto.
Vediamo, attraverso l’esperienza di alcune aziende, i principali vantaggi che i cobot possono apportare ai processi di Pick & Place e packaging.
COVAP, TORNARE COMPETITIVI SENZA RINUNCIARE ALLA QUALITÀ
Covap è una cooperativa che lavora derivati della carne del suino iberico, fra cui il prelibato jamon serrano, uno dei più noti e rinomati prodotti della gastronomia spagnola. In seguito all’introduzione di una macchina per il sottovuoto, in linea con la fase di affettatura del prosciutto (soluzione introdotta per preservare al massimo la qualità organolettica delle carni), Covap ha sperimentato un aumento del tempo ciclo e una conseguente riduzione di produttività. L’introduzione di un cobot UR10 in asservimento alla macchina sottovuoto, ha consentito a Covap di ripristinare i livelli di produttività precedenti pur mantenendo inalterato il livello di qualità dei prodotti.
NORTURA, IL FINE LINEA FLESSIBILE
L’azienda alimentare svedese Nortura era alla ricerca di una soluzione di pallettizzazione il più possibile aperta, flessibile e dal rapido ritorno economico. Una cella robotica tradizionale per il fine linea implica barriere di protezione, porzioni di layout segregato, spese di attrezzaggio ingenti e soprattutto rigidità (dal momento che l’automazione diventa un bene fisso e non applicabile altrove).
Nortura ha invece sfruttato le caratteristiche di collaboratività dei cobot Universal Robots per dare vita a una cella flessibile e poco ingombrante. Abbinando un cobot UR10 ad un sistema di visione ha infatti creato un sistema di pallettizzazione automatizzato dall’ingombro minimo. Sul floor è stata disegnata un’area in cui vengono risposti i pallet vuoti. Il sistema di visione registra la presenza del pallet e dà avvio al processo. Una volta ultimato il caricamento del pallet secondo il pattern predefinito, il robot torna in posizione di riposo e l’area – sgombrata dal pallet – può essere destinata a molteplici altri usi.
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MJOLKURSAMSALAN, AUTOMATIZZARE LE ATTIVITÀ RIPETITIVE
Mjolkursamsalan è una azienda alimentare islandese che produce e lavora latticini. In seguito ad alcune modifiche nella linea di produzione della sua crema al formaggio spalmabile, ha deciso di implementare una soluzione di automazione per mallevare i propri operatori da alcune delle operazioni più ripetitive e faticose, fra cui il packaging delle confezioni. L’azienda ha quindi applicato due cobot UR5 destinandoli alle attività di fine linea. Il primo – integrato nel 2011 – preleva 4 confezioni di formaggio da un conveyor tracking e le posiziona in un vassoio apposito. Il secondo cobot – implementato l’anno successivo – invece pallettizza i vassoi. Grazie a questa semplice applicazione Mjolkursamsalan ha incrementato la produttività del proprio fine linea e, soprattutto, migliorato le condizioni di lavoro interne sollevando i propri operatori dalle attività più ripetitive.
ATRIA, LA FLESSIBILITÀ È L’INGREDIENTE SEGRETO
La storia di Atria rende particolarmente evidente cosa si intende per automazione flessibile. Atria è un’azienda svedese che produce e confeziona generi alimentari molto diversi (gamberetti, pomodori secchi, carciofi). Per ottenere maggiore produttività ed efficienza ha deciso di automatizzare la parte finale del processo, il packaging. Gestire la grande varietà di prodotto con un’automazione tradizionale sarebbe però stato impossibile. Per questo Atria ha deciso di implementare un cobot Universal Robots UR10 per le attività di inscatolamento. Il cobot lavora in stretta sinergia con l’operatore, condividendo lo spazio e sollevandolo dalle operazioni più routinarie e pesanti.
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