I cobot hanno nella collaboratività e flessibilità la loro chiave interpretativa privilegiata. Sulla scorta di queste caratteristiche rispondono con efficacia ed efficienza ai bisogni di automazione delle aziende alle prese con lotti corti, alta flessibilità, stagionalità e customizzazione spinta delle produzioni.
I limiti che ne definiscono l’area applicativa sono essenzialmente fisici (portata, raggio e range termico operativo). Da un punto di vista delle possibilità applicative che offrono, infatti, travalicano settori e task consentendo di automatizzare praticamente ogni operazione.
PAYLOAD E REACH
I robot collaborativi UR sono di 4 modelli, caratterizzati ognuno da payload e reach crescenti che non solo ne definiscono i limiti di carico e operatività ma ne suggeriscono l’impiego in ambito diversi.
UR3e, il modello più piccolo, offre una capacità di carico di 3 kg al polso e un diametro operativo di 1 metro. Il peso assai contenuto (circa 11 kg) lo rende un perfetto compagno di banco, adatto ad automatizzare operazioni ad alta precisione e ripetibilità e la manipolazione di piccoli componenti. Pick&place di precisione, assemblaggi di piccoli pezzi, avvitature con controllo di forza su particolari delicati. La ripetibilità è di +/- 0,03 mm.
UR5e, sviluppato sulla base dell'UR5, il primo modello cobot sviluppato da UR, offre invece una capacità di carico al polso di 5 kg su un raggio operativo di 850 mm. Il peso si aggira intorno ai 18 kg, con un ingombro alla base di poco meno di 15 cm. Può essere applicato in asservimento di macchine e centri di lavoro, in operazioni di kitting e packing, di assemblaggio e manipolazione di componenti il cui peso (insieme a quello dell’organo di presa montato) non oltrepassi i 5 kg. È la quintessenza della flessibilità. La ripetibilità di +/- 0,03 mm lo rende efficace su molte operazioni in cui è necessario sommare carico e precisione.
UR10e è il gigante di casa UR. 10 kg di carico al polso per un diametro operativo di 2,6 metri. È tipicamente impiegato in operazioni di packaging e pallettizzazione (per la vasta area operativa che copre e che può essere ampliata se integrato su settimi assi orizzontali o verticali). Il peso è di appena 30 kg con un ingombro alla base di 19 cm. La ripetibilità di +/- 0,05 mm.
UR16e è l’ultimo cobot entrato a far parte della gamma e-Series. È anche il cobot più potente – non solo della gamma – ma anche di tutti i cobot presenti sul mercato nella sua classe di reach. Offre infatti una capacità di carico di 16 kg su un raggio operativo di 900 mm e una ripetibilità di 0,05 mm. Potenza e precisione condensate in appena 33 kg di peso per 20 centimetri scarsi di ingombro alla base.
È studiato appositamente per automatizzare operazioni pesanti come l’asservimento macchine, la presa pezzi multipli, la manipolazione di componenti entro i 16 kg. Il superiore payload che offre permette inoltre di integrare EOAT multicomponente, opportunità che consente di ridurre i tempi ciclo installando al polso end effector complessi per operazioni simultanee.
Una caratteristica che accomuna i 4 cobot è la ripetibilità garantita alla massima estensione e velocità operativa.
RANGE TERMICO DI OPERATIVITÀ
I cobot UR possono operare in un range di temperatura compreso fra gli 0 e i 50 gradi C° con un’umidità del 90% RH senza condensa. Sono quindi operativi in moltissimi ambienti produttivi industriali.
Ciò che fisicamente viene inteso come limite deve essere inteso invece come opportunità.
I cobot, infatti, grazie alle 17 safety native e alle dimensioni contenute, possono operare a stretto contatto con gli operatori di linea. Grazie alla velocità contenuta, alla possibilità di definire i piani di lavoro orizzontali e verticali e le aree di sicurezza per gli operatori, i cobot non richiedono (salva analisi del rischio da condursi sull'applicazione nel complesso) barriere di sicurezza e recinzioni. Questa maggiore libertà operativa di cui godono rispetto ai robot di tipo tradizionale, consente alle aziende di conservare un layout aperto e flessibile, i cui uso può variare in base alle esigenze produttive.
In definitiva ciò che apparentemente è un limite (limite di carico, limite di raggio operativo) deve essere invece inteso in maniera collaborativa e flessibile. I cobot non vanno intesi infatti come versioni depotenziate dei robot tradizionali, ma come strumenti nuovi attorno ai quali ripensare la produzione nel suo complesso.
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