Tempi di produzione serrati? Finestre strette di lavorabilità dei materiali? Bisogno di flessibilità? Sono circostanze che si verificano piuttosto di frequente nel settore dello stampaggio ad iniezione e della lavorazione dei polimeri plastici, in cui materiali diversi con diverse caratteristiche e temperature di lavorazione entrano in gioco durante il flusso produttivo. In questo contesto operativo è essenziale disporre di un’automazione che sia in grado di garantire flessibilità e massima precisione.
I bracci robotici collaborativi di Universal Robots sono in grado di rispondere con efficacia a queste esigenze produttive e possono essere applicati in tutte le fasi della produzione della plastica, inclusi i progetti di sformatura, kitting, pick&place, asservimento macchine.
I cobot UR garantiscono inoltre maggiore sicurezza nei processi produttivi, sollevando gli operatori dai rischi più strettamente connessi al settore, quali ad esempio l’inalazione di fumi e vapori tossici , o la manipolazione di materiali caldi e utensili taglienti, sostituendoli in tutte le parti più pericolose della lavorazione.
FLESSIBILI, COME LA PLASTICA
Il settore dei polimeri racchiude una miriade di prodotti e di processi produttivi diversi, che spesso ritroviamo all’interno della stessa azienda. Molte delle imprese del settore lavorano infatti secondo lo schema “mix elevato + bassi volumi”, un vero rompicapo per chiunque cerchi di implementare un’automazione di tipo tradizionale.
I robot collaborativi di Universal Robots sono invece progettati appositamente per venire incontro alle esigenze delle aziende che devono far fronte a questo tipo di scenari produttivi. La flessibilità che li caratterizza è la somma di diversi fattori, e tutti concorrono a un risultato ottimale.
Sono di dimensioni contenute e possono quindi trovare spazio anche in layout produttivi già piuttosto ingombri. UR10, il modello più grande prodotto da UR, ha un payload di 10 kg, uno sbraccio utile di 1300 millimetri e pesa meno di 30 kg. L'ingombro alla base è inferiore ai 20 centimetri di diametro.
Le safety nativamente integrate rendono superflua l’installazione di barriere di sicurezza (previa analisi del rischio), aspetto che consente di risparmiare ulteriormente spazio (e denaro).
Sono facilmente programmabili, tramite il teach pendant (il tablet di programmazione che caratterizza i cobot UR) o tramite la modalità free drive che consente di spostare il braccio attraverso una serie di punti registrati nello spazio e impostarne quindi il movimento.
Sono alimentati con corrente a 220 volt di tensione, caratteristica che rende possibile la loro installazione in qualsiasi punto del capannone, e consumano quanto un normale asciugacapelli domestico.
Se ciò ancora non bastasse possono contare su un ecosistema di end effector presente sulla piattaforma UR+ che ha raggiunto i 100 elementi: gripper manuali e vacuum, sistemi di visione, pinze. Praticamente qualsiasi operazione può essere facilmente automatizzata con un cobot UR dotato del giusto utensile.
LA PRODUTTIVITÀ NON È UN’OPINIONE
Le aziende però hanno bisogno di ottimizzare i propri flussi di lavoro e realizzare incrementi di produttività per apprezzare appieno i vantaggi delle automazioni collaborative.
Dynamic Group, piccola azienda statunitense da 135 dipendenti, ha introdotto 3 collaborativi UR10. Da quando sono stati implementati nelle linee aziendali la produttività è quadruplicata e gli scarti (prima piuttosto numerosi poiché la produzione era essenzialmente manuale) sono stati annullati. Inoltre gli operatori, sostituiti dai cobot sulle operazioni più ripetitive e a basso valore aggiunto, sono stati spostati su attività più complesse consentendo all’azienda di ottimizzare tutto il flusso produttivo. Ora la produzione - automatizzata - si volge in contemporanea al controllo qualità, eseguito dagli operatori, e al confezionamento. L’integrazione di un cobot UR ha effetto sull’intero ciclo produttivo e non solo sull’attività su cui è applicato.
Ne sa qualcosa anche Talbot, azienda neozelandese in rapida espansione che esegue processi di termoformatura e di stampaggio ad iniezione. I due UR10 integrati dall’azienda hanno contribuito ad ottimizzare l’intero flusso di lavoro incrementando la produttività. Il ritorno d’investimento dei cobot UR (fra i più rapidi sul mercato con un record ineguagliato di 34 giorni) li rende la scelta vincente anche per aziende molto piccole, ma che non vogliono rinunciare a crescere. Proprio come Talbot, che ha meno di 50 dipendenti e che sta crescendo grazie ai collaborativi UR.